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66 | capitolo iv. |
monumenti ed ai maggiori tempii, tra i quali San Paolo, dove furono accompagnati dal Poletti; tra una grande rivista militare passata in loro onore alla Farnesina dal generale Gemeau; tra uno splendido ballo, al quale, insieme ad una larga ed eletta parte della cittadinanza, furono invitati dal ministro Bouteneff, e un’amena escursione a Tivoli, e altri svaghi, gli augusti ospiti, giovani, l’uno a venti anni e l’altro a diciannove, non ebbero un istante di pace. Andarono anche a Frascati, dove visitarono il museo di villa Campana. La sera del 9, dopo aver preso commiato dal Papa e dal cardinale Antonelli, partirono per Napoli. Più di ogni altra cosa portarono gradita memoria dell’illuminazione a bengala del Colosseo e del Fôro, e di una succulenta colazione data in loro onore da monsignor Lucidi nella segreteria della Fabbrica di San Pietro il giorno che ascesero la cupola.
Sotto il nome di conte di Augusta, il 5 aprile 1851 giunse il re Luigi Massimiliano di Baviera, e alloggiò alla villa Malta, ma ricevette nell’appartamento del conte Spaur, suo ministro. Visitò subito il Papa, che gli ricambiò la visita; e invitato dal duca di Poli, andò a passare una giornata a Frascati. Le più belle signore e signorine romane, in costume di ciociare, ballarono il saltarello in onore di lui, e tra esse, emerse per grazia e per beltà la padrona di casa, donna Teresa, con la quale il Re, poche sere dopo, ballò la prima quadriglia nella festa offertagli dal principe Alessandro Torlonia, al palazzo di Scossacavalli. Re Massimiliano non rinunziò ad una sola delle grandi attrattive di Roma religiosa e pagana; tra l’altre, assistette ai miserere del Baini e dell’Allegri, a tutte le funzioni della settimana santa, alla benedizione di Pasqua, che in quell’anno cadde il 13 aprile, all’illuminazione della cupola, all’incendio della girandola al Pincio, e ad una nuova festa, che gli zelanti vollero celebrare con illuminazioni e Te Deum il 12 aprile 1851, in ricorrenza del primo anniversario del ritorno del Papa.
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Senz’alcuna cerimonia o pubblico avviso, quasi misteriosamente, nelle ore pomeridiane del 22 agosto 1851, fu scoperto in San Lorenzo in Damaso, alla presenza di poche persone, il