Pagina:De Gubernatis Galateo insegnato alle fanciulle.djvu/31

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tardi, non nutrendo in cuore sentimenti nobili, benevoli, li fingono. Per loro il galateo è, non la espressione della gentilezza d’animo, sentita, sincera, ma la sola maschera della medesima. Siccome essi vantano ad ogni istante la loro onestà, il loro candore la loro schiettezza ed ogni altra virtù, mentre mancano persino dei più elementari principii di morale, così vi attestano la più leale amicizia e forse vi odiano o vi sono per lo meno indifferentissimi; vi colmano di tenerezze e di lodi, ed appena vi assentate si burlano di voi, rilevano ogni vostro errore e difetto, esagerandolo, interpretando con malignità le vostre più innocenti parole. Quest’ipocrisia è schifosa e ributtante.

Se tutto ciò che si pensa non si può esprimere, non devesi però dire ciò che non si pensa. Se si nutre disprezzo, perchè manifestare stima? Se un’azione merita biasimo, perchè lodarla? Si taccia, se credesi necessaria la prudenza, ma non si ricorra mai all’inganno, al tradimento d’una lode non sentita. Giuda Iscariote non dev’essere in verun modo imitato.

Per reggerti più facilmente sull’angusto passo che unisce la sincerità alla prudenza, non parlare mai nè agir all’impensata; sii tollerante con gli altri e severa con te stessa. Superiore ai bassi pettegolezzi, non prestare attenzione alle dicerie che dai malevoli ti venissero riportate, benchè ti concernessero. Socrate quando i suoi alunni gli riferirono che qualcuno aveva detto male