Pagina:De Gubernatis Galateo insegnato alle fanciulle.djvu/33

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riore, cedi ad essa la destra od il passo più comodo sul marciapiedi; le offri di portarle lo scialle, o l’ombrello, de’ quali in quell'istante ella non si serva per evitarle l'incomodo peso, e li porti con ogni riguardo, ma non la tedii con troppa insistenza se ella rifiuta di confidarteli. Altrettanto fai quando offri qualche cosa a chicchessia, come p. es., cibo, bevanda, profumi, modo di ricrearsi o di riposare. La troppa insistenza nel far accettare è inurbanità, come lo è del pari il farsi troppo pregare per cose che è in nostro potere di conceder subito. Una fanciulla, ad esempio, che sapendo declamar benino o suonare, cantare, con sufficiente precisione qualche cosetta, si faccia pregare e ripregare, accusando ignoranza o timidezza, è assai più ineducata di quella che implorando compatimento pel poco che sa fare, tosto aderisce ai desiderii de’ parenti e degli amici e con grazia umilmente si presenta, declama e suona il meglio che può per ricrearli. Se tu vai in visita pure per prima cosa saluti con garbo entrando ed uscendo, cedi il passo agli altri, ti siedi dopo tutti, compostamente, e lasci sempre alle persone di te più degne il miglior posto. Ad un complimento procuri di risponderne un altro, ma se la frase gentile, breve, spiritosa non ti viene spontanea, piuttostochè dir banalità, lungaggini, od imbrogliarti e farti credere stupida o pretensiosa o troppo commossa dalla lode ricevuta, meglio è che tu risponda con un grazioso inchino. Il