Pagina:De Gubernatis Galateo insegnato alle fanciulle.djvu/51

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è piacevole e carissima. Queste tu devi imitare, stringendoli ad esse in amicizia. Ve ne sono poi disgraziatamente di quelle prive d’ogni buon principio morale, ignare di tutto ciò che è bene, gentilezza; — meglio è chiudere l’orecchio ai loro discorsi insulsi, maliziosi, sconci, i quali offenderebbero la tua innocenza, la tua onestà e modestia, e turbandoti la mente, guasterebbero il vergine tuo cuoricino. Guardati dalla loro intimità, dalle loro confidenze pericolose, come da un serpe velenoso. — Non meno dannose dei discorsi di tali compagne sono certe letture, a ben giusto titolo, poste all’indice. — Non leggere perciò mai ciò che la mamma od altra persona saggia ed autorevole non ti consigli e permetta. — I libri sono per l’anima, ciò che il cibo è pel corpo. Un cibo od un libro sano ti nutre ed invigorisce; un cibo od un libro malsano t’ammala, ti snerva e ti fa più danno dello stesso digiuno, ossia dell’ignoranza. Le fanciulle talvolta perdono quel soave riserbo, che tanto le rende amabili e care, a cagione delle cattive relazioni che coltivano, delle troppe lodi che ricevono dall’uomo, assai spesso non sincere. — È usanza di molte persone complimentose il lodare gli occhi, i capelli, il sorriso, i denti, il colorito, le movenze, lo spirito di qualsiasi fanciulla vedano, e molte volte tu stessa dovrai sentirti a dire di essere bella, simpatica, seducente, spiritosa, benchè nessuno ravvisi in te nulla di straordinario. Guai, o mia povera

4 Mannucci, Galateo