Pagina:De Gubernatis Galateo insegnato alle fanciulle.djvu/56

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nell’uomo, quanto nella donna, carina mia; e tu devi stare in continua avvertenza contro di esso. Dicesi che la perfezione sia nella via di mezzo. Procura di non iscostarti mai da quella. Non esagerare mai nel parlare o nel tacere, nella gioia o nel dolore, nell’ilarità o nella tristezza, nel gestire, nell’interrogare, nel muoverti, nell’espanderti, nello scherzare, nel piangere, nel ridere, nelle lodi, nel biasimo, nè in ogni altra cosa. Tra Democrito che rideva di tutto ed Eraclito che di tutto piangeva, tra Frine ed una bacchettona v’ha un largo passo.

Vi sono persone eccellenti di cuore, piene d’intelligenza, che diventano antipatiche, pesanti, solo per le continue loro esagerazioni. Esse sono giudicate stravaganti, semi-pazze, e non godono la fiducia della gente seria, solo perchè esagerano vizii, virtù, ciò che fanno ciò che dicono od ascoltano, ciò che pensano, ciò che sentono, epperciò si mostrano incapaci di dare un’esatta importanza alle cose. Si direbbe ch’esse non ragionano o vedono gli oggetti cogli occhi di bue, i quali, come sai, di molto li ingrossano.

L’esagerato ha per lo più anche smodati desiderii, e potendoli difficilmente soddisfare, è più infelice di un altro. Esso, guidato più dal sentimento che non dalla ragione, è schiavo di molteplici passioni, e l’intemperanza in ogni cosa lo conduce a fatale rovina. Se ama e non è corrisposto, si dà la morte come Saffo. Se odia, diventa un Nerone, un Caligola per crudeltà. Se