Pagina:De Gubernatis Galateo insegnato alle fanciulle.djvu/67

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vincolo, fra il cielo e la terra, fra il padre ed i figli, fra il Creatore e la creatura), benchè secondo i tempi, i popoli, le sêtte, abbia avuto ed abbia tuttora diverse manifestazioni, deve in ogni persona, civile, buona e ben educata destar riverenza ed amore, come ispirare la deve del pari ogni atto esterno che sia l’espressione d’un sentimento religioso. Tant’è ributtante però una giovinetta la quale, invece di compiere gli obblighi che la sua religione le prescrive, fa lo spirito forte, li trascura, li deride, quanto la fanatica superstiziosa ed intollerante, che vuol imporre a tutti le sue credenze, che discute, sentenzia in materia religiosa, che disprezza, insulta chi appartiene ad un altro culto e che, non comprendendo lo spirito della vera religione, il quale mira a renderci migliori, per avvicinarci, per quanto è possibile, alla divina perfezione, crede di valere meglio degli altri, perchè forse recita più rosarii, frequenta di più i sacramenti e la chiesa. Iddio ci vuole anzitutto probi, sinceri, operosi, umili, tolleranti, pronti al sacrifizio pel bene del nostro prossimo, che dobbiamo amare come noi medesimi. Le pratiche religiose bisogna rispettarle, seguirle, ma non costituiscono la vera religione, quando non sono ispirate dal cuore ed accompagnate dalle buone opere. Chi manca a’ suoi doveri chi è ozioso, egoista, disobbediente, maligno, superbo, chi mormora, chi si vendica, chi è spudorato non è religioso, benchè vada alla