Pagina:De Gubernatis Galateo insegnato alle fanciulle.djvu/85

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vi manca il miglior piatto, la buona cera. Se dà un soldo ad un pitocco, brontola, e lo chiama ozioso, seccatore. Ai suoi parenti vuol bene, e li lascierà eredi di tutto il fatto suo; ma non userebbe loro una di quelle minute cortesie che non costano niente e valgono tanto. Ha il giardino con fiori che è una bellezza. Dite mo’ che ne mandi un mazzetto alle sue cugine o all’altarino della Madonna! Dite mo, se comunicherebbe ad altri i semi e le cipolle dei suoi garofani, delle giunchiglie, gl’innesti delle frutta! Ha una pianta di pesche primaticcie, ed un paio che ne regalasse, gli attirerebbero ringraziamenti; egli non ci pensa, e le lascia infracidire. Un giorno ne donò una panieruzza a suo nipotino, ma invece d’aggiungervi qualche parola, come: Studia, sta zitto, composto in chiesa e obbedisci alla mamma, gli disse: Te’, già io non so cosa farne.

Cotesti di Rustico non sono delitti, ma vi chiariscono che non basta avere buon cuore e buon senso; vuolsi anche cortesia, affabilità. E a tal fine non essere egoista. Troppe volte avviene che involontariamente rechiamo disgusto agli altri; laonde diventa dovere la civiltà, cioè il compensare colle dolcezze che nascono dai reciproci riguardi. In generale bisogna avvezzarci agli atti che risparmiano noie, disturbi, tempo, fatica agli altri, che usati a noi ci darebbero gusto, e che rendono grazioso e piacevole il vivere in società.