Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/147

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parte seconda. 83

perchè non ci avea là intorno fusti o selve di che essi si fosssero potuto atare; e così loro rimostrò il Re, donde ciascuno gliene servì ciò ch’egli potè. Ed avanti che il nuovo gatto incastellato fusse compito, il legname che vi fu impiegato venne stimato valere dieci mila lire e più, perchè potete conoscere che molti battelli ne furono perduti, e che noi ne eravamo allora in grande difetto. Quando il gatto fu all’intutto compiuto, il Re non volle punto ch’e’ fusse messo e piantato sino a quel giorno che ’l Conte d’ Angiò suo fratello doveva farvi la guardia, e comandò che fosse rizzato nel proprio luogo ove li due altri erano stati bruciati. E ciò faceva egli, a fine di ricovrar l’onore del detto suo fratello, al guato del quale erano stati bruciati gli altri due gatti incastellati. E siccome lo Re volle, così fu fatto. Il che veggendo li Saracini da capo attirarono tutti i loro sedici ingegni, e di modo li accoppiarono che tutti insieme lanciavano al nostro gatto ch’era stato fatto di nuovo. E quando essi videro che le nostre genti dottavano d’andare e venire al gatto pel fitto de’ cantoni e pietre grosse e canterute che essi traevano, drizzaro la Petriera tutto di fronte al gatto incastellato, e lo arsero, da capo col fuoco greco. E seconda gran grazia fece Nostro Signore a me ed a mei Cavalieri, perchè s’essi avessero atteso sino alla notte vegnente in che noi dovevamo tener la guardia, ne saremmo stati arsi od ouìti come per simigliante vi dissi qui avanti.