Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/155

Da Wikisource.

parte seconda. 91

qui tantosto venire a me un mio Scudiere, che se n’era fuggito a un tratto con tutta la mia bandiera, e mi ammena uno de’ miei destrieri fiammenghi; perchè fui prestamente montato, e toccato degli sproni mi tirai a costa a costa del Re. Là fu il buon produomo Messer Giovanni di Valerì, il quale vedeva bene come il Re si volea andare a gittare nel forte della battaglia; e gli consigliò che si tirasse a man destra di verso il fiume, affinchè, se dannaggio ci avesse, potesse egli aver soccorso dal Duca di Borgogna e dagli armati che guardavano l’oste che noi avevamo lassata, ed altresì a ciò che le sue genti potessono rinfrescarsi ed aver a bere, poiché il caldo s’era già molto elevato. Il Re mandò allora inchiedere e far ritirare i suoi Baroni e Cavalieri ed altri di suo Consiglio ch’erano nella battaglia de’ Turchi, ed a pena furo arrivati domandò loro consiglio di ciò ch’elli era a fare. E i più risposono che il buon Cavaliere Messer Giovanni di Valerì ch’elli avea con lui, molto bene il consiglierebbe. Allora, secondo il primo consiglio di quel Valerì, che i più accordaro esser buono, il Re piegò a man destra verso il fiume: ed eccovi qui venire Messer Umberto di Belgioco Connestabile di Francia, che disse al Re come suo fratello il Conte d’Artese era a gran pressura in una magione presso la Massora e si difendea a meraviglia, ma ciò non ostante ch’egli avea buon bisogno d’esser soccorso, e pregò ’l Re d’andarlo aitare. Ed il Re disse: Connestabile, piccate davanti, ed io vi seguirò da presso: ed a somigliante io di Gionville