Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/158

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94 la sesta crociata.

Messer Giovanni di Salenay che sei Turchi vennero al Re quel giorno, e lo presono al freno del suo cavallo e lo ammenavano a forza, ma il valente Principe fu così vertudioso di suo podere, e di sì gran coraggio donò e colpì sovra questi sei Turchi, che a lui solo si diliberò e li confuse: così che molti inveggendo ch’elli faceva sì grandi cavallerie, e si difendea così valentemente, presono ardire in cuore ed abbandonarono i passi ch’e’ guardavano, ed andarono di randone al soccorso del Re.


Capitolo XX.

Come io, a buona compagnia, difendessi un ponticello perchè il Re non ne venisse accerchiato dai Saracini.


Appresso un poco, ecco qui dritto a noi che guardavamo il ponticello a ciò che i Turchi non passassero, muovere il Conte Piero di Brettagna, il quale veniva di verso la Massora, là ove egli ci aveva avuto un’altra terribile scaramuccia. Ed era tutto tagliato al viso, talmente che il sangue gli usciva in pieno dalle labbra, come s’elli avesse voluto vomitar dell’acqua che tenesse in bocca. Ed era il detto Conte di Brettagna montato su un grosso cortaldo1 basso ed assai ben fornito, e tutte le brettine gli pendeano rotte dallo arcione della sella, ed egli si tenea a due mani al collo del cavallo, di paura che i Turchi i quali gli erano dietro, e che il perseguivan da presso, nol facessero cadere a terra. Con tutto ciò e’ sembrava ch’elli non li dottasse già grandemente, perchè sovente

  1. Cavallo cui sien mozzate le orecchie e la coda.