Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/192

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128 la sesta crociata.

fu preso il Re, secondo ch’egli medesimo mi disse. Io gli udii dunque dire ch’egli avea lasciato le sue genti d’arme e la sua battaglia, e s’era messo Lui e Messer Gioffredo di Sergines nella battaglia di Messer Gualtieri di Castillione che faceva la retroguarda. Ed era il Re montato su un piccolo corsiero, e vestiva un sajone di seta; e non gli dimorò, siccome gli ho di poi udito dire, di tutte le sue genti d’arme, che il buon cavaliere Messer Gioffredo di Sergines, il quale lo scorse sino ad una piccola villa nomata Casel, là ove il Re fu preso1. Ma a tanto che i Turchi il potessono avere, gli udii contare che Messer Gioffredo di Sargines lo difendeva nella fazione che ’l buon sergente difende dalle mosche il nappo del suo Signore. Perchè tutte le fiate ch’e’ Saracini l’approcciavano, e Messer Gioffredo lo difendea a gran colpi di taglio e di punta, e ben sembrava che sua forza e suo pro ed ardito cuore gli si fussono addoppiati in corpo, sicchè a tutti li colpi li rincacciava dal venir sopra il Re. E così l’ammenò egli sino al luogo di Casel, e là fu disceso in grembo di una borghese ch’era di Parigi, e là pure pensavano vederlo passare il passo della morte, e non isperavano punto che giammai elli potesse valicare quel giorno senza morire.

Appresso poco arrivò verso il Re Messer Filippo di Monforte, e gli disse ch’egli veniva dal veder lo Ammiraglio del Soldano, a chi avea altre volte parlato della tregua, e che se ciò era suo buon piacere, egli ancora di ricapo gliene andrebbe parlare. E il

  1. Il 5 Aprile 1250.