Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/282

Da Wikisource.
218 la sesta crociata.

per suoi fatti era chiamato produomo e probuomo: ma colui di chi abbiam detto qui davanti, poteva bene essere appellato produomo perch’egli era prò ed ardito di suo corpo, ma non già dell’anima sua, poich’elli non temeva punto a peccare nè a misprendersi inverso Dio.


Capitolo LV.

Delle munizioni e difese che ’l Re fece a Giaffa ed a Saetta, e di ciò che avvenne nel frattempo.


Dei gran danari che il Re mise a chiudere Giaffa, non mi conviene mica il parlarne per ciò ch’essi furono senza numero. In fatti ne affortì egli e chiuse il borgo da l’uno de’ mari sino all’altro, e ci avea bene ventiquattro torri che grandi che piccole, e fosse a prode rinette e fatte di dentro e di fuora: e ci avea tre grandi porte, donde il Legato avea avuto commissione di farne fare una delle tre, e della muraglia tanto quanto correva da quella porta sino all’altra. Ed a conoscere per estimativa ciò che la cosa poteva costare al Re, egli è verità che una fiata mi domandò il Legato quanto io stimassi ciò che gli fosse costato la porta ed il tratto di muro ch’egli avea fatto fare. Ed io stimai che la porta gli era ben costata cinquecento lire, e la muraglia trecento. Ed allora il Legato, scotendo il capo, mi disse che io era ben lungi dal computo, e che, così l’âtasse Iddio, come la porta e il muro gli erano ben costati trentamila lire. Per la qual cosa può ben l’uomo pensare in suo cuore la massa grande d’ar-