Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/309

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parte seconda. 245

che un Religioso non può vivere fuor del suo chiostro senza cadere in più peccati mortali, niente più che il pesce non saprebbe vivere fuor dell’acqua senza morire. E la ragione era perchè i Religiosi, i quali seguono le Corti dei Re, bevono e mangiano più fiate diversi vini e vivande di quel che farebbono s’egli fussero nel loro chiostro. Donde avviene che l’agio ch’essi ne prendono li invita a peccare meglio che s’essi menassero austerità di vita. Appresso cominciò egli a parlare al Re, e gli donò a tenere per insegnamento che s’elli voleva lungamente vivere in pace ed a grado del suo popolo, ch’elli fosse dritturiere: e diceva che avea letto la Bibbia e gli altri Libri della Scrittura Santa, ma che giammai non avea trovato (fusse ciò tra Principi ed uomini Cristiani o tra miscredenti) che nulla terra o signoria fusse stata trasferita nè mutata per forza da uno ad altro Signore, fuorchè per falta di far giustizia e drittura. Per ciò, disse il Cordigliere, si guardi bene il Re qui presente ch’egli faccia bene amministrar giustizia a ciascuno in suo Reame di Francia, affinch’e’ possa sino a’ suoi ultimi dì vivere in buona pace e tranquillità, e Dio non gli tolga il reame a suo danno e vergogna. Il Re per alquante fiate lo fece pregare ch’e’ dimorasse con lui almeno sin ch’e’ soggiornasse in Provenza, ma sempre gli fece rispondere ch’egli punto non dimorerebbe nella compagnia dei Re. Pertanto quel Cordigliere non fu che un giorno con noi, e la dimane se ne andò contramonte. Ed ho poi udito dire, ch’egli giace a Marsiglia, là ove Dio gli permette fare di molti bei miracoli.