Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/311

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parte seconda. 247

del Re, e m’avea esso tratto di Sciampagna per profferire le parole di domanda di quel maritaggio, per ciò che gli era nota la ciera grande che il Re m’avea fatta a Soissone: perchè men venni io deliberamente al Re a parlargli di quel parentado. Ed egli mi disse: Siniscalco, andate prima ad accordarvi ed a fare le paci vostre col Conte di Bertagna, e poi, ciò fatto, il maritaggio s’accompirà. Ed io gli dissi: Sire, è mio avviso che voi non attardiate li fatti vostri per veder acconci quelli degli altri. Ed egli mi rispose che per nulla cosa egli non mariterebbe sua figlia oltra il grado de’ suoi Baroni, e sino a che non fusse fatta la pace col Conte di Bertagna.

Allora me ne tornai tosto verso la Reina Margherita di Navarra, ed il Re suo figliuolo ed il loro Consiglio, ed esposi la volontà ferma del Re; la quale udita, incontanente e con diligenza se n’andarono far loro pace col conte di Bertagna. E quando la pace fu fatta il Re donò Isabella sua figlia a Re Tebaldo di Navarra; e furono le nozze fatte a Meluno grandi e plenarie. E poi da Meluno ammenò il Re Tebaldo la Reina novella a Provino, là ove essi furono ricevuti a grande onore dai Baroni ed a grandi spendii.


Capitolo LXIII.

Come ’l buon Re si reggesse dopo ’l suo ritorno di Terra Santa, e come fusse troppo grande amadore di pace.


Ora vi dirò io dello stato del Re, e come egli si mantenne d’ora in avanti ch’e’ fu venuto d’oltremare. Sappiate dunque che dappoi non volle un-