Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/315

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parte seconda. 251

la gran pena ch’elli avea preso in metterli ad unione, essi l’amavano tanto e così l’obbedivano ch’e’ furono tutti contenti di venir piatire davanti a lui intorno le discordie ch’essi avevano gli uni in verso gli altri. Ed io li vidi venire più volte per ciò a Parigi, a Reims, a Meluno ed ovunque là ove fosse il buon Re.



Capitolo LXIV.

Come amasse lo onore di Dio e de’ Santi e d’altre sue sante costume.


Il buon Re amò tanto Dio e la sua benedetta Madre, e sì li volle riveriti e onorati che tutti coloro ch’e’ poteva convincere d’aver fatto alcun villano saramento o detto qualch’altra villana e disonesta cosa mettendo mala bocca in cielo, egli li faceva gravemente punire. Ed io vidi una fiata a Cesarea oltre mare, ch’elli fece per ciò mettere in gogna sulla scala un orafo in sole brache e camicia molto villanamente ed a suo gran disonore. E così udii dire che (dopo ch’egli fu ritornato d’oltre mare e durante ch’io era andato a Gionville) avea fatto marcare a ferro caldo le nari e le labbra d’un borghese di Parigi per un blasfemo ch’elli avea fatto. Ed udii anche dire al Re di sua propria bocca, ch’egli stesso avrebbe voluto esser segnato d’un ferro ardente, se avesse potuto tanto fare ch’egli avesse tolto tutti i blasfemi e tutte le male giurazioni di suo Reame. In sua compagnia sono io bene stato per lo spazio di ventidue anni: ma unqua in mia vita, per qualunque corruccio ch’egli avesse,