Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/46

Da Wikisource.
xlvi lezione preliminare.

modo il numero due dalla sua sede nella serie numerica indefinita, dandogli invece in sè medesimo compimento, e coll’avvincerne le due unità di che si compone, od attribuirgli riferimento agli antecedenti, o costituirne una precedenza di unione pei susseguenti ch’esso reggerebbe.

Ecco pertanto come nell’italiano vennero ambedue ed amendue con pari significazione, e come ne’ due Romanzi l’articolo dovette sempre susseguirli, non precederli mai, a quello stesso modo che si dee dire tuttadue i cavalieri non i tuttadue cavalieri; ed ecco come in antico si disse ambedue, e per simigliante amendue ed ammendue, non ambidue; perchè cioè il nostro pronome numerale non si formava da ambo, ambae, ambo e da duo, il che avrebbe fatto una duplicazione, ma bensì dalle preposizioni ambe od am unite ad esso duo. Fu solamente da poi, quando ai volgari si volle por opera di osservazione, che certe flessioni figlie di voci già antiquate e ossolète si vennero a nuove guise modificando, e si credette che sul pronome ambo e non più sulla preposizione indeclinabile dimenticata si dovesse foggiare il pronome composto della lingua nuova, e si scrisse accordandosi per generi: ambidue i cavalieri, ambedue le dame. Que’ vecchi poi che si lasciarono scrivere amenduni parve che introducessero nella voce la epentesi facendo amenduni da amendui, se pur non mirarono a gittare il pronome entro le note forme donde erano usciti i taluni, i certuni, i qualcuni, e così di’, non pur troppo curandosi di contenere sempre