Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/80

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parte prima. 15

morire in alcun dubbio degli articoli della Fede: chè egli vede e conosce bene ch’e’ non può togliere all’uomo le buone opere ch’esso ha fatto, e che ne ha perduto l’anima s’elli muore in secura credenza della fede cattolica. Per ciò dee l’uomo prendersi guardia di questo affare, ed averci tale securtà di credenza ch’e’ possa dire all’inimico quando gli dà tale tentazione: Vattene nimico di nostra natura, tu non mi getterai già fuori di ciò che credo fermamente, cioè delli articoli della mia Fede, anzi meglio amerei che tu mi facessi tutte le membra dilaccare; poiché io voglio vivere e morire puntualmente in questa credenza. E chi così fa vince lo inimico di quell’arma istessa, donde esso nimico voleva ucciderlo.

Pertanto diceva il buon Re che la Fede e credenza di Dio era tal cosa a che noi avremmo dovuto accomodarci senza dubbio alcuno, anche se non ne fossimo noi certificati soltanto che per lo udir dire. E su questo punto mi fece il buon Signore una domanda, cioè: Comente mio padre avea nome. Ed io gli risposi ch’elli avea in nome Simone. Or per qual modo il sapete voi? diss’egli: ed io gli dissi che ben n’era certo e lo credea fermamente per ciò che mia madre lo mi avea detto molte volte. Adunque soggiunse egli, dovete voi credere perfettamente gli articoli della Fede per ciò che gli Apostoli di Nostro Signore ve lo testimoniano, in così come voi udite cantare al Credo tutte le Domeniche. E su tale proposito mi disse egli che uno Vescovo di Parigi, nomato in suo dritto nome Guglielmo, gli