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l’Italia cristiana, piuttosto di aver rapporti coll’Egitto Musulmano. Che il vostro Re faccia sicuro il porto, io aprirò le vie di terra per l’interno».

Il porto dunque è reclamato da tutto e da tutti — Il Governo nomini una Commissione che stabilirà dal luogo il preventivo pei lavori di prima necessità, approfitti della lunga esperienza dei viaggiatori A. Cecchi, G. Bianchi, P. Antonelli, che hanno logorata parte della loro esistenza in quei paesi, nomini anche quegli altri viaggiatori che crederà utili allo scopo; così ed in nessun altro modo potrà avere quei dati positivi che domanda; così e non altrimenti riescirà ad avere esatta conoscenza di tutto il territorio italiano in quelle località.

Per quanto poi può concernere i rapporti dell’Italia coll’Imperatore Giovanni II, l’onorevole Mancini faccia fare le ricerche volute negli Archivi del R. Ministero, e troverà senza dubbio un voluminoso incartamento che data da oltre 20 anni, cioè dal Ministero Cavour.

Esso è un trattato d’alleanza fra il Principe del Tigrè (l’attuale Giovanni II, allora vassallo di Teodoro) e l’Italia.

Quel trattato è stato conchiuso per ordine dello stesso Cavour da un Siciliano, del quale non rammento il nome, e porta le firme di Johannes Principe Reale del Tigrè e del R. Ministro per gli affari Esteri.