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7. La flora, la fauna di quelle regioni sono delle più varie e più ricche.

Le piante più utili e più importanti sono: lo Scielè, specie di euforbia, di cui, benchè velenosa, sono ghiotti gli struzzi. La Coloquintide, la Sena, il balsamino (Amyris Opobalsamum) da cui si trae il balsamo detto della Mecca, cosa ignorata dagli indigeni al tempo del Sapeto, come ignoravano pure l’utile che vi avrebbero potuto ritrarre dalle moltissime specie di Aloè. Vi ha infine innumerevoli specie di Mimose, che producono la gomma, impropriamente detta arabica; l’Euforbia di Abissinia, che serve per la concia delle pelli; la Wanza, o Cordia Abyssinica, il cui legno è atto a lavori fini ed il frutto si mangia secco; i fichi di Faraone o sicomori, dei cui frutti si cibano gli indigeni in particolar modo i monaci; la Cordia Ghersa, dalla quale i Mensa, i Bogos, e gli Habab traggono sacchi di frutta dolcissime, cibandosene per parecchie settimane nei mesi di agosto e di settembre; ecc. ecc.

Tra gli animali selvatici rammento in prima l’elefante, il quale scende nei Bogos e nei Mensa al tempo delle piogge; ma il suo avorio non è pregiato come quello dei paesi Galla. Si vedono anche il Rinoceronte a due corna; numerosi leoni, la cui pelle si vende da 25 a 30 scudi; sei o sette specie di leopardi, che vengono cacciati col laccio; linci stupende; una specie di gatto selvatico detta