Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/25

Da Wikisource.

— 15 —

petè tre o quattro volte questo monologo, guardando senza veder nulla le maschere e la gente che si agitavano verso l’arco della Galleria Vittorio Emanuele.

Finalmente ordinò al piccolo un’altra birra.

— Che cosa aveva voluto dire il signore colla frase: cerca di dormire i tuoi sonni tranquilli? Voleva alludere a Palmira e al tenore?

Egli era buono come un angelo, buono due volte, ma non tre volte; e il signor Cesarino aveva torto di vendicarsi di un rifiuto col lanciare là delle frasi in aria senza senso. Stupidello!

Si voltò ancora una volta verso i portici nella speranza di vedere ancora il Pianelli. Aveva bisogno di farsi spiegare quella frase. Era stato una bestia a non chiedere subito una spiegazione....

Girò gli occhi in su e in giù, ma il Pianelli se ne era già andato. Pardone avrebbe dato ora non due, ma quattro mila lire e una tazza di sangue per avere la chiave di quelle maledette parole.

Sentendosi morir di sete, tracannò d’un fiato il suo shop di Vienna, e si nettò i baffi bagnati di spuma col dosso della mano bianca e grassoccia.