Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/320

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spirito che le cose del mondo non possono toccare.

Non era una donna sublime, nè per ingegno, nè per arte di stare al mondo, nè per tante altre cose che dànno poi il frutto che s’è visto: ma era una buona creatura, onesta per indole, affezionata alla sua gente, che chiedeva soltanto un po’ di pace e un sorriso; ed egli aveva visto questa donna, coi capelli scomposti, cogli occhi lucenti verso di lui, nel suo gran letto bianco, mentre cercava di intenerirlo, con una voce supplichevole da rompere in due pezzi un ciottolo del selciato.... Ah no! non si potevan covar idee d’odio e di vendetta con quella voce nel cuore....

Questa voce lo svegliava nel pieno della notte. Si metteva a sedere sul letto, nel buio, cogli occhi fissi alle stelle e procurava di ricrearsi davanti il bianco e stupendo fantasma. Finì col non poter dormire più. Il mattino lo sorprese più d’una volta pallido, intirizzito sulla sponda del letto. O se la eccessiva prostrazione gli faceva posare un momento il capo sul cuscino e gli velava la pupilla, quanti fantasmi lividi e lucenti assalivano il suo spirito! Visioni morbide e morbose avviluppavano il suo pensiero, gli toglievano la forza di raccapezzarsi.

— O Signore Iddio, abbiate misericordia di