Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/325

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I.


Da quindici giorni Paolino non aveva ricevuto che un’asciutta cartolina di Demetrio, nella quale gli diceva che Beatrice era malata, che anche lui era malato, che quindi non era il momento di parlare dei noti progetti e niente altro.

Che significava tutto ciò? e non poteva il cugino scrivere una riga di più, rinfrancare la speranza di un poveretto, malato anche lui di un male che i medici non sanno guarire? Qui sotto ci doveva essere del mistero: e probabilmente quella cartolina non era che una staffetta di battaglia perduta. Non mai come ora gli pareva di essere stato temerario e illuso. Sarebbe stato più strano che Beatrice avesse risposto subito: sì, sì, volentieri. Se Demetrio non fosse stato anch’egli un illuso per necessità, avrebbe potuto aprirgli gli occhi alla bella prima.

Chi sa quante risate avevano fatte a quest’ora a Milano sul conto di Paolino delle Cascine!

Provava a rileggere la sua famosa lettera