Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/382

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ma mi faccia il santo piacere di non fare il matto.

— Se non firmo, è perchè ho le mie ragioni.

— Ma se le tenga....

— E le mie ragioni, caro il mio caro signor spiritoso, son pronto anche a stamparle.

— E lei le stampi.... — rimbeccava senza perder fiato l’ometto piccino, che saltava come un uccello in una gabbia.

— E il mio pane è guadagnato colle mani pulite, sa.... — e mostrava i due palmi — pulite più delle sue, che se le lava tutte le mattine col sapone inglese.

— Adesso sei fuori di te, Pianelli — s’arrischiò a dire il Bianconi, agitando con una certa furia le mani, mentre il Caravaggio, preso in mezzo, moveva la testa ora a destra ora a sinistra, come un gatto che guarda un pendolo, o anche un uomo che non capisce niente.

— Lasciatelo cantare, è matto; gli è andata la rugiada alla testa. Starei fresco, se volessi perdere il mio tempo con un professore di lingua....

Demetrio sentì la punta della freccia a fior di pelle, si contrasse come un legno nel fuoco, e dopo un gran garbuglio di consonanti, da cui la sua lingua ingrossata dall’ira stentò a districarsi, disegnò col pollice una certa