Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/386

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gli anni mi dànno questo diritto, preferirò sempre essere il loro padre piuttosto che il loro superiore.

— Questi sentimenti onorano l’illustre uomo più di qualunque commenda — concluse di nuovo il Quintina. — Dunque se non le dispiace, commendatore, sabato alle sei avremo l’onore di venire a prenderla colla carrozza a casa sua.

— Non si disturbino: se mi dicono il luogo della riunione....

— Non permetteremo mai.

— Bene, come vogliono. Cercherò di fare onore alla bella compagnia e al cuoco.

Risero tutti e quattro più forte del bisogno, quasi per fare il coro finale, mentre il bravo uomo stringeva la mano all’uno, all’altro e all’altro.

Demetrio, mentre gli altri se ne andavano, riuscì con un energico ma....ledet....tissimo! ad aprire il cassetto indurito dove aveva chiuse le sue manichette, la fodera del cappello, un boccaletto di vetro, un bicchiere, qualche altra cosuccia sua, e sì preparò a far fagotto.

Il commendatore finse di non accorgersi di lui. Dal contegno del Pianelli non poteva capire s’egli era informato o no della delicata faccenda e non osava rompere il silenzio per non guastar l’aria. Demetrio, dal canto suo, era quasi sul pentirsi d’essersi lasciato tras-