Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/408

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graziarlo — qui non si tratta della solita cerimonia ufficiale che al levar delle mense non lascia dietro di sè alcun ricordo. No: qui voi volete non tanto onorare in me il capo d’ufficio, che fa debolmente e come può il dover suo, quanto il vostro compagno di lavoro....

— Benissimo! — dissero tutti insieme con quel bisbiglio di esse, che vuol approvare senza interrompere.

— Laonde io vi ringrazio non come pubblico funzionario, ma, dirò così, come vostro collaboratore, come vostro commilitone.

— Bene!

— Sua eccellenza il Ministro non ha certo voluto premiare una persona che, per quanto zelante e volonterosa, non ha ottenuto dalla natura nè doti straordinarie d’ingegno....

— Oh.... — protestò il pubblico.

— .... nè ha recato alla pubblica amministrazione servigi straordinari: ma io sono persuaso che ha voluto premiare in me — e con me anche voi — la fedeltà a quei principii d’ordine e di progresso che informano lo spirito delle nostre istituzioni liberali....

— Bravo! — gridarono a una voce con una salva di applausi.

— Bbenne! — soggiunse dopo gli altri il