Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/427

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nacchiato. Quella sua testa rasa, quasi ignuda, da cui uscivano le orecchie come due manichi d’una marmitta, quell’annientamento morale e fisico di un bel ragazzo, trasse dal petto della fanciulla un tale scoppio d’ilarità, che per vergogna essa nascose il volto nel panciotto dello zio Demetrio. Questi la trasse in un cantuccio dell’anticamera, e stava per dirle che non bisognava ridere: ma quando le sollevò la testa, vide che invece erano singhiozzi, e che la faccia era un torrente di lagrime.

— Ah poverina! — balbettò lo zio Demetrio. — Cominci male anche tu....

La curiosità della gente fu in quel momento sviata da un altro grande personaggio, che montava le scale, con un catafalco in testa. I ragazzi, guardando tra i ferri del pianerottolo, non potevano discernere chi fosse e che cosa fosse.

— Chi è? — Che roba è? — È Giovann dell’Orghen. — Che cosa porta sul capo? — Guarda.... che diavoleria...!

Demetrio si avvicinò a Beatrice e le disse con una voce di umiltà e di preghiera:

— L’altro giorno mi avete manifestato il desiderio che fosse vostra: l’ho fatta aggiustare alla meglio, e non potendo regalarvi altro per la circostanza....