Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/465

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Beatrice, appoggiata colla mano all’uscio, si volse ancora una volta e con una voce ancora più commossa esclamò:

— Mi perdonate, Demetrio? vi ricorderete ancora dei miei figliuoli? volete che vi mandi Arabella? Il Signore compenserà le vostre buone intenzioni...., fatevi coraggio: non datemi questo rimorso di sapere che, mentre io sono felice, voi soffrite tanto. Scrivete qualche volta e se possiamo fare qualche cosa per voi....

Di mano in mano che ella parlava, lasciando che le parole uscissero naturalmente, egli sentiva ritornare il calore della vita e il senso delle cose. Nella luce quasi estinta del crepuscolo, Demetrio vide avanzarsi di nuovo quella donna e sopraffarlo colla grandezza della di lei persona.

Una mano si posava sulla sua testa, da cui scese un brivido a invadere il corpo. Sentì ancora un bisbiglio confuso di parole, e un’onda tiepida che lo travolgeva: e credette che fosse arrivato l’ultimo momento della vita.

Quando si rivegliò, si trovò steso in terra ai piedi della sedia.

Un raggio di luna, entrando dalla finestra aperta, disegnava sull’ammattonato i graticci delle gabbie vuote.