Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/478

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Secco arrivò appena a tempo per sporgere il capo dalla finestra dello studio e a gridare:

— I miei complimenti; portami i confetti.

La sera andò a far la solita partita a tresette ai Tre Scanni ed ebbe un monte di carte belle. In una mano sola accusò undici punti, e due volte di seguito i tre assi.

— Caro lei, lo faccio arrestare — saltò su a dire il signor delegato Broglio, della vicina Sezione di Sicurezza, che non mancava mai al solito tavolino. — Questo si chiama rubare e non vincere. Faccio presto, sa: ho le mie guardie in via Lanzone e lo butto in cella a passare la notte.

— Allora sì, povera signora Palmira.... — disse il compagno che vinceva col fortunato mortale.

Secco rideva, soffiando la contentezza dalle gote gonfie, e picchiando con tremendi colpi le carte sul tappeto verde.

— Fortunato nel giuoco, sfortunato in amore.

— Tre assi.... — accusò per la terza volta il signor Pardi, chiudendo gli occhi e appoggiandosi coi gomiti grassi alla tavola per ridere in equilibrio.

Il delegato, che perdeva già la terza partita, mormorò:

— Tre assassini! — e, volgendosi al ragazzo dell’osteria, gli disse: — Guarda se c’è un agente lì di fuori....