Pagina:De Marchi - Il cappello del prete, 1918.djvu/209

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Non erano insomma che sensazioni.

Si voltò verso le ragazze e disse ridendo:

— Stupidissime barbe....

Sentiva nel modo stesso che egli faceva a ridere, di essere ubbriaco. Lo sentiva dal peso stesso delle sue scarpe che parevano diventate di piombo. Badasse per carità a custodirsi, a non tradirsi. Riprese la lettura.

Quello stupido foglio nominava anche lui insieme a don Antonio. Vedi il sogno? vedi la stravaganza! vedi il romanzo di Saverio Montépin!

Ecco che cosa diceva il «Piccolo»:


«Tutti i nostri lettori si ricorderanno certamente di prete Cirillo, del quale abbiamo parlato in occasione di una straordinaria vincita al lotto fatta da un cappellaio di Napoli. Abbiamo detto, in quella circostanza, che il prete aveva lasciata la città e nessuno non seppe più nulla dei fatti suoi. Già si cominciava a dubitare che gli fosse capitato una brutta avventura, ed ecco ora un fatto curioso che conferma quei brutti sospetti.

«— Che? — voi direte, — s’è trovato il suo cadavere?

«— No.

«— Si è scoperta una congiura?

«— No.

«— S’è arrestato l’assassino?