Pagina:De Marchi - Il cappello del prete, 1918.djvu/230

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gante cavaliere di Napoli. Ci son troppi testimoni che l’hanno veduto. Anche un cantoniere della ferrovia asserisce che è passato il giorno tale, ora tale, che ha preso il treno di Napoli, che aveva un carniere al collo, e si sa d’altra parte che nel carniere c’era il cappello del prete.... Dunque costui aveva tutto l’interesse a far scomparire il cappello del prete, che un caso, cioè la vincita del famoso terno, aveva reso a un tratto celebre in tutto il mondo. Il diavolo aiuta, sì, ma fino a un certo punto i suoi figliuoli....

— Basta, staremo a vedere, — disse «u barone» che cominciava a soffrire di quelle ciarle. — Prevedo che sarò seccato anch’io per conto di Santafusca. Non vorrei che fossi chiamato dimani.

— Non conosce per caso il cavaliere Martellini?

— Molto bene. Ci troviamo qualche volta al club degli Scacchi.

— Potrebbe scrivergli un biglietto.

— Tu mi suggerisci una buona idea: sei degno di fare l’avvocato.

— Sento che sarei riuscito. Vuol fuoco?

Granella offrì un fiammifero e lo tenne alto finchè il barone ebbe acceso il sigaro. Poi corse a ritirare la tenda, e facendo schioccare una salvietta come un frustino, esclamò nel suo inglese di Napoli:

— «Got bai».