Pagina:De Marchi - Il cappello del prete, 1918.djvu/245

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— È alto?

— Che cosa? — chiese il barone sempre fisso a quella porta.

Cecere si voltò e vide che due carabinieri stavano mostrando un foglio al padrone, chiedendogli delle spiegazioni.

Il dialogo fu interrotto dal cameriere.

— Che cosa desiderano ancora?

— È sua eccellenza che comanda in questi feudi.... — disse Cecere.

— Per me non so.... dite voi.... Mi sento la testa pesante e balorda. C’era troppo sole laggiù.

Il barone si fregò la testa colla mano come se volesse cancellare le rughe della fronte.

— Poichè abbiamo parlato di cacciatori, proviamo un pollo alla cacciatora, — disse Cecere.

I due carabinieri scomparvero e il padrone tornò al suo posto.

Cecere, tutto occupato a consumare il pranzo in salsa gratis, credette sinceramente che il barone avesse preso troppo sole, e gli disse:

— Un buon rimedio è un sonnellino.... Del resto, eccellenza, ci perdete poco a non aver appetito. Avete mai visto un pollo più apocalittico di questo? Mi pare di aver sul piatto lo scheletro del nostro prete.... Questi signori si burlano della stampa e dello sport, bisognerà ch’io dica anche questo nell’«Omnibus».

Cecere scrisse su un taccuino alcune parole: cappello.... cacciatore.... muro alto.... prete e pollo