Pagina:De Marchi - Il cappello del prete, 1918.djvu/63

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cerca di don Nunziante, che è andato al Comune per un contratto di acquisto. Venite, vi ricevo come posso, alla cacciatora.

E così parlando, entrarono in casa e andarono a sedersi nella stanzuccia a terreno davanti ad un tavolino zoppo, su due vecchie sedie, che tentennavano anch’esse sui piedi.

— Troverete la casa spoglia, ma è più facile vederne il prezzo sostanziale. Voi fate un affarone, don Cirillo, e se non fosse il bisogno che mi piglia per la gola, avrei potuto guadagnare quattro volte tanto fra un anno o fra sei mesi. Avete portato il denaro?

— Come ho promesso, trentamila lire, — rispose il prete sottovoce, guardandosi intorno con sospetto.

— Io non vi ho parlato dei rustici, che son fuori del muro di cinta. Potrei cedere queste case al Comune per le scuole e ho mandato don Nunziante a interrogare il Consiglio, che deve appunto radunarsi oggi alle due. Ma io sarei disposto a favorirvi, se vi mostrate generoso.

— E non mi mostro io generoso? compro per trentamila lire una casa che non conosco.

— Scusate, io non voglio la rovina vostra. Voi non mi darete nulla, se prima non vi sarete persuaso cogli occhi vostri che la casa, considerata soltanto come un mucchio di mattoni, vale di più. Anzi io direi, mentre si aspetta don Nunziante, di fare un giro per i locali. E poi vi condurrò a vedere questi rustici....