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— Tacete, allocchi. Che vogliono dire due numeri? si può avere il capo e la coda del pesce e non avere il pesce. La fortuna è come l’onda del mare grosso che vi spinge a terra, ma non vi lascia mai sbarcare e qualche volta vi ammazza sullo scoglio. Vedi tu bene, Angiolillo, che sia proprio il trenta?
Filippino sollevò il più piccolo de’ suoi figliuoli, perchè leggesse i numeri al di sopra delle teste, il padre aveva la nebbia negli occhi.
— È il trenta, lo conosco bene, — gridò il bimbo.
— Ebbene, fate conto che non sia venuto niente. Noi dobbiamo vincere il terno secco, o non è che un pugno di mosche.
— Dicono che «u governo» levi dall’urna i numeri pericolosi, — disse un grosso fabbro a una bella ragazzona del Mercato.
— Il lotto è una trappola, — rispose costei.
— Come l’amore, speranza mia! — disse il fabbro, che avrebbe voluto tingere la bella guancia.
Filippino procurava di stare attento a questi discorsi per distrarsi, per non soffrir troppo, per ingannare il tempo. Se ci fosse stata la sua Chiarina.... ma la pia donna sognava in quel momento un nido di rondini. Egli non cessava intanto di tirare i riccioletti d’Angiolillo come se volesse spennacchiarlo.
Il ragazzo tuffa per la terza volta il braccio nell’urna. Tira il numero, che vien scritto, pub-