Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/108

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96 il protocollo della “giovane italia„


mente influenza, e che siamo infami verso il paese e verso i nostri giuramenti, se non cerchiamo di uscir di questo stato...»

Ed in Francia la causa nostra era discreditata dai Vendicatori del Popolo: altra società italiana formata a Nimes da emigrati che millantavano rapporti con la Giovine Italia, ma che erano invece, tranne alcuni illusi, gente sprovvista di senso morale, incappata anche nelle maglie della giustizia penale per un ricatto, a Montpellier, dove l’aula delle Assise echeggiava di tristi accuse contro l’Italia, «nazione degradata, popolo generalmente vizioso e criminale», la cui emigrazione portava in Francia «la demoralizzazione, il principio dell’assassinio, la corruzione della gioventù....» E queste accuse godevano di tanto credito oltr’Alpe, che quei giornali ricusavano di pubblicare le risposte e le difese degl’Italiani.... Non c’erano soltanto ricattatori fra i Vendicatori del Popolo: c’erano anche spie; ma il tradimento più nefando ordito contro la fiducia degli esuli e del loro Capo doveva esser quello dello sciagurato Partesotti, intorno al quale il Protocollo, e particolarmente la nutrita appendice, ha pagine che fanno fremere.