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102 maestri di guerra:

scialli; maresciallo era suo padre quando faceva impegnare un combattimento d’avanguardia contro i Prussiani per dare al figliuoletto il battesimo del fuoco, galoppando al suo fianco, tenendolo per mano e dicendogli: «Sarebbe grazioso, Carlo, se riportassimo insieme una piccola ferita!...» E nulla potè agguagliare la soddisfazione e l’alterezza che invasero l’animo dell’adolescente nel partire per quella prima delle sue dodici campagne di guerra.

Accoppiando fin da quei cominciamenti la facoltà e l’esercizio della riflessione con la voglia e l’impeto dell’azione, egli componeva a quindici anni un Discorso sulla professione delle armi; e l’uomo a cui, da giovane, le figure di Carlo XII e del Condé avevano «impedito di dormire», doveva più tardi ammonire i giovani: «Se i vostri sogni non sono popolati da immagini militari, se non divorate i libri di guerra, se non baciate le orme impresse dal piede dei vecchi soldati, se non piangete al racconto delle loro battaglie, spogliate subito la divisa! Guai ai tepidi! Foste anche del sangue degli eroi, foste anche del sangue degli Dei, se la Gloria non vi procura un continuo delirio, non vi schierate sotto le bandiere...» Amando dunque il suo mestiere sopra ogni altra cosa, s’intende come le delusioni non riuscissero a farglielo abbandonare; ma le delusioni non gli furono risparmiate, e provennero precisamente dalla in-