Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/145

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erita e alimentata anch’essa dal folle orgoglio. Avanzarsi su Charleroi per separare i due nemici e quindi avvolgerli e travolgerli uno dopo l’altro, sarebbe stato possibile se in quel luogo si fosse trovato il nodo concreto della fronte alleata da rompere; ma Charleroi era soltanto un centro geografico, come chi dicesse il luogo geometrico del collegamento nemico: l’ala inglese vi sfiorava appena la prussiana, e un attacco su quel punto poteva tanto meno essere considerato come rottura strategica, perchè il campo di manovra che l’Imperatore veniva ad aprirsi sarebbe riuscito del tutto insufficiente. Secondo la stessa teoria napoleonica, un esercito composto di cinque o sei Corpi e posto tra due pericoli, deve poter disporre, in ciascuna delle direzioni pericolose, di almeno tanto spazio quanto ne occorre per due marce. Ora l’esercito del Nord era appunto composto di sei corpi, e le due direzioni nelle quali si trovavano gl’Inglesi e i Prussiani erano pericolosissime: esso aveva dunque bisogno d’una zona di manovra lunga quaranta o cinquanta chilometri - e tra Sombreffe e i Quatre-Bras ne correvano appena dodici!

Ma veniamo all’esecuzione, ed al primo atto del gran dramma: il passaggio della Sambra.

Fu passata, infatti, il 15 giugno, e l’esercito, lasciata la riva destra del fiume, ne tenne l’opposta; ma questo non era il puro e semplice risultato