Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/156

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rio dal Thiers, il solo che avesse tanto coraggio civile da tentare di opporsi alla "follia criminale" del governo napoleonico e della maggioranza parlamentare. Come tutti gli altri patriotti francesi, meglio che gli altri, l’insigne storico e statista sapeva quale errore fosse stato lasciare stravincere la Prussia dal 1864 al ’66; come e più che gli altri, egli voleva fare il possibile per evitare la minaccia gravante sul suo paese; ma si ribellò sdegnosamente "vedendo i miserabili che nel 1866 non vollero impedire il male all’origine, voler ora precipitarne le conseguenze, a rischio di renderle decisamente mortali" - sono parole scritte quarantotto ore dopo la seduta. Per correggere l’errore antico bisognava aspettare il giorno propizio; questo giorno sarebbe stato quello "in cui la Prussia avrebbe ripreso il corso delle sue usurpazioni" "Allora", scrive Adolfo Thiers al Duvergier de Hauranne, i Tedeschi del Sud, invasi da lei, si sarebbero gettati nelle nostre braccia, l’Austria non avrebbe potuto neanch’essa esitare, e l’Inghilterra sarebbe stata moralmente insieme con noi. In queste condizioni, con l’esercito tenuto in assetto, si sarebbe forse potuto rifare l’antica Confederazione germanica, o prendere sul Reno qualche pegno territoriale. Ma qualunque guerra, prima che la Prussia avesse commesso una nuova usurpazione materiale, mi sembrava una pazzia." Ed al Rémusat,