Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/180

Da Wikisource.

stringere oltre misura i fianchi di Teutonia?". Ma il Gautier, ponendo in evidenza l’accortezza di questo giudizio, non avverte che un altro ragionamento porta il Quinet ad una conclusione contraria: "Avete dimenticato che la Russia era con la Prussia e con la grande Germania a Lipsia? Ecco, senza parlare degli interessi comuni, il legame sacro tra loro....". Quando scrive queste parole, lo stesso Quinet ha dimenticato d’aver detto che la gran rivale della Germania è la Russia, perchè - e qui ha indovinato - "i Tedeschi sono fatalmente attratti verso l’Oriente".

Queste ed altre esitazioni e contraddizioni sarebbero tuttavia trascurabili senza quelle che concernono il principale argomento delle indagini e delle inquietudini del pubblicista francese. Il quale, dopo avere denunziato con parole tanto concitate i pericoli dell’autocrazia prussiana inebbriata dalle sue fortune guerresche, scrive che "del resto, fra i Tedeschi, la gloria militare non degenera in superstizione, perchè è dominata dalla gloria dei riformatori, dei poeti, degli artisti". Lutero, Goethe e Schiller, soggiunge, "passeranno sempre prima di Blücher. Lo splendore dell’uniforme, che affascina gli altri popoli, non è la principale magia dall’altra parte del Reno". E allora egli stesso non teme più ciò che lo ha tanto spaventato: "Io posso dunque concepire un impero