Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/187

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città polacca per compiervi un’ispezione militare, l’erede del trono vi giungeva il 31 maggio del 1863, vigilia della pubblicazione di un decreto che restringeva la libertà di stampa: alle espressioni di rispettoso rammarico rivoltegli il domani dal borgomastro, Federico Guglielmo si affrettava a rispondere manifestando il rammarico suo proprio per essere giunto mentre, a sua insaputa, si produceva tra il governo ed il popolo un disaccordo del quale non aveva la minima responsabilità. Non contento di questa assicurazione, il Principe mandava a Bismarck una formale protesta contro il reazionario decreto ed esigeva che fosse comunicata al Ministero di Stato. Bismarck, di rimando, accusava il figlio al padre; ma, ai rimproveri paterni, Federico Guglielmo rispondeva giustificando la propria condotta, e scriveva al ministro dichiarandogli che la sua politica non dimostrava nè affetto nè stima verso il popolo, che era fondata sopra discutibili interpretazioni della costituzione, che la svalutava agli occhi del Re, e avrebbe anzi finito con lo spingerlo a violarla: per conseguenza, lo scrivente chiedeva d’essere esonerato da tutte le sue cariche ufficiali e dispensato dal partecipare ai Consigli dei ministri. Come se non fosse abbastanza per suscitare la collera bismarchiana, il Times pubblicava una particolareggiata informazione intorno all’incidente, rallegrandosi