Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/47

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l'austria nei giudizii d'un suo alleato 35

supporre allora che, ad impedire il disordine, sarebbe stato necessario impiccare tutto l’esercito....»

II.

Un più profondo esame ed un più severo giudizio è quello del quale egli fa oggetto un’altra potenza coalizzata contro la Repubblica di Francia: l’Austria. Come stimarla capace di vincere, se a tutte le molle che il «giacobinismo» faceva scattare nei petti dei soldati repubblicani, essa non sapeva opporre altro che la «pedanteria»? Come credere al genio dell’idolo dei Viennesi, il Coburgo, dopo aver visto cotesto maresciallo, a capo di 15000 soldati austriaci, indietreggiare all’assedio di Giurgevo dinanzi a soli 4000 Turchi? Come credere all’ingegno dei generali di corte, dell’arciduca Giovanni, «adoperato a guisa di polverine del James all’agonia d’un infermo», od a quello dello stesso arciduca Carlo? «Chi si è condotto come costui, nelle circostanze in cui si è trovato, non ha pensato una sola idea giusta, non ha fatto nulla di raccomandabile, e se ha avuto qualche momento di fortuna, bisogna cercare fra coloro che lo circondano la testa che pensava per lui....»

Sarebbe certamente stolto, avverte il Damas,