Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/72

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60 l'adriatico e le due sicilie a campoformio


l’isola che più importa riservarci»; il Reubell soggiungeva: «Cerigo ci sembra anch’essa un posto non meno importante».

Uno dei negoziatori per conto dell’Austria era il marchese di Gallo, ambasciatore delle Due Sicilie a Vienna. Conoscendo le mire francesi sull’Elba e sui Presidii napolitani di Toscana — erano già stati chiesti, insieme col distretto di Trapani in Sicilia, come una delle condizioni più onerose della pace dell’anno innanzi, e il Belmonte aveva ottenuto che il Direttorio non vi insistesse — il Gallo offerse al generale Bonaparte la porzione napolitana dell’Elba ed i Presidii, in cambio della duplice garanzia necessaria alle Due Sicilie: un più saldo confine terrestre, possibilmente la Marca d’Ancona con le sue adiacenze, e uno stabilimento all’entrata dell’Adriatico, di fronte alla Terra d’Otranto ed al golfo di Taranto: le isole Jonie e gli scali Veneti della costa d’Albania. Ai primi di luglio del 1797, in Udine, il generale gli faceva sapere che, tralasciando per il momento la quistione della barriera terrestre, consentiva a trattare intorno alla cessione delle isole e degli scali contro l’Elba ed i Presidii. Sulle prime egli voleva escludere Corfù e tenerla per sè, ma poi disse che avrebbe dato a Napoli tutto l’arcipelago Jonio insieme col territorio di Prevesa e con gli altri distretti Veneziani d’Albania e della Morea, tranne le Boc-