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l'adriatico e le due sicilie a campoformio 69


zioni del Direttorio, il quale presumeva di poter continuare la guerra a fondo tanto contro l’Austria quanto contro le Due Sicilie. Per marciare su Napoli, il vincitore di Arcole e di Rivoli non chiedeva meno di altri 24000 soldati e 3500 cavalli, che il Direttorio non poteva dargli; ed anche per combattere contro la sola Austria, il giovane condottiero sentiva la necessità di liberarsi il fianco dalla minaccia napolitana: «La pace con Napoli è di assoluta necessità!».

Alvaro Ruffo sapeva dunque ciò che diceva quando ripeteva instancabilmente il consiglio di armare. E questo è l’insegnamento che scaturisce dall’episodio delle velleità di partecipazione all’equilibrio adriatico nutrite più d’un secolo addietro dalle Due Sicilie. La politica estera del governo borbonico non fu sempre cieca come l’interna: in quella crisi del 1797 esso comprese che il Regno, massimo potentato d’Italia, doveva ottenere le sue garanzie ed appagare le sue aspirazioni. Posto tra la Francia nemica e l’Austria amica, si affidò all’una ed all’altra per far valere il suo diritto: entrambe gli diedero ragione a parole e con belle promesse: nessuna le mantenne.

Morale della favola: diritto è nome astratto che solo la forza può tradurre in concreto.

29 marzo 1916.