Pagina:De Roberto - Documenti Umani.djvu/143

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mio sguardo; se lo avesse sostenuto, vi avrebbe letto un dolore infinito.... Il presidente era deciso a spuntarla, vi metteva la sua coscienza di uomo onesto ed il suo amor proprio di funzionario. Ella era imbarazzata, confusa, intimidita. Ad uno ad uno, egli ribattè tutti i suoi fiacchi argomenti, la fece convenire del suo inganno, e la costrinse a confessare di essere stata messa su, di aver tutto da perdere nel lasciarmi.... La riebbi.

«Credevo di aver fatto un brutto sogno. Ritrovandola al mio fianco, in casa mia, come ai giorni lontani, mi sentivo tornare da morte a vita. Ero stato pazzo di lasciarla libera di abbandonarmi! Riconoscevo la mia parte di colpa. Ella aveva avuto ragione accusandomi di non esser geloso; la gelosia è una prova d'amore. Io ero stato geloso in silenzio, dentro di me, per timore di increscerle; avevo sbagliato. Le donne, alle volte, vogliono essere dominate.

«Come le dimostrai la mia gelosia, come le dissi soltanto che quell'uomo era indegno di lei, si mostrò offesa, non mi parlò per due giorni.... Ella mi aveva mentito: aveva dato retta a quell'uomo, era stata da lui indotta a lasciare la mia casa, e non avendo resistito alla prova del confronto dinanzi al magistrato, teneva ore secrete conferenze con un avvocato,