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romitaggio; ne aveva invece dinanzi un'altra. Come la duchessa parlava della noia dell'autunno, delle promesse dell'inverno, egli finì per darle ragione, contro genio, per darsi un contegno.

— Ecco il suo Mont-Oriol; sto per finirlo.

La duchessa prese il volume dallo sgabello vicino e stese un poco il braccio. Le sue dita erano ricoperte di anelli, i brillanti gettavano bagliori tutt'intorno.

Ora si parlava di letteratura; ella l'aveva contro i naturalisti, trovando mal fatto che non si descrivessero le cose ricche, la vita elegante, le passioni nobili e generose. L'Olderico, sempre più impacciato, parlava a pena.

La duchessa si alzò.

— Ama i dolci, cavaliere?...
— Grazie, signora duchessa....

Com'ella prese la bomboniera sul caminetto, vicino la finestra, e l'Olderico le si fece vicino, scorse la fronte di lei in piena luce. I capelli bianchi? Scomparsi, spariti; invece, la pelle era impercettibilmente macchiata di nero....

— E resterà ancora un pezzo in campagna?
— Oh, no, signora duchessa. Mi pare che ella abbia perfettamente

ragione. Quest'autunno non ha nessuna poesia. Ritornerò in città domani l'altro.