Pagina:De Roberto - Documenti Umani.djvu/28

Da Wikisource.

documenti umani 5

quante volte il vento della pazzia ha soffiato sulla mia fronte! Solo, senza un aiuto, senza il conforto neanche di una chimera, con la certezza che tutto è invano, io ho saputo resistere e persistere! Nelle strette del bisogno, fra l’ostile indifferenza del volgo, fra l’invidia, la doppiezza, la malvagità degli altri, dubitando di tutto e di tutti — primo di me stesso — io ho saputo compiere quello che gli uomini nominano il Dovere — e si limitano a nominare soltanto.... Ed avevo conseguita la pace, la meta più sospirata! il porto invocato durante le tempeste! ed avevo composto in un’urna le ceneri ben fredde delle mie illusioni.... quando voi siete venuta.... Non lo negate: siete stata voi!

“Ah! io ero curioso, io ero interessante; bisognava vedere com’era fatto questo filosofo, questo anacoreta, quest’essere a parte, di cui nessuno fra quelli che vi circondavano aveva potuto ancora darvi un’idea! Bisognava provare su di lui la sottile magìa dei vostri profumi, la dolcezza del vostro sorriso, la melodia della vostra voce, la soavità della vostra mano!... E quando, già preso dalle prime vertigini, egli tentava di sfuggirvi, e qualcosa, nei suoi sguardi, domandava pietà per lui, bisognava ancora strapparlo ai suoi rifugi, trascinarlo nel vortice che vi si aggira dintorno, legarlo ben forte