Pagina:De Roberto - Documenti Umani.djvu/347

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mi passò pel corpo a quel contatto soave. Quanto tempo si può stringere una mano? Due, cinque secondi? A me parve che quella stretta durasse indefinitamente. Alla sensazione di freddo che mi aveva scosso, ora succedeva un tepore dolcissimo che, a ondate, dalla mano mi saliva pel braccio e mi serpeggiava per tutti i nervi... — Ci rivedremo presto?... — Martedì, al viale dei Platani. — Che scoppio d'allegrezza nell'anima!... Io mi sorprendevo, per le strade affollate, ad esclamare: È mia! È mia! Quanti mi avranno preso per pazzo?... Con quale ansia aspettavo che il tempo scorresse, che arrivasse quel martedì, quando avrei... che cosa! Non lo sapevo io stesso!... Io ero lì, a percorrere il viale coperto d'un tappeto di foglie morte, spiando la sua comparsa, sussultando ad ogni rumore, ad ogni forma lontana... Ella non veniva ancora.... Degli amici m'incontravano, mi trattenevano; io avrei voluto strozzarli.... Il tempo passava, le ore suonavano una dopo l'altra all'antico convento di San Domenico, le ombre si allungavano.... Ella non veniva.... Il freddo della sera mi pungeva, le gambe mi si piegavano.... Ella non veniva... Perchè? Che cosa le avevo fatto?... Ma insomma, non era quella mia disperazione puerile? Un contrattempo fa presto a sorgere... Però io provai una