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documenti umani 25

un’idea, sorgeva in lui un sentimento ancora più nuovo, una specie di rimorso di contribuire alla perdita di quella donna, contro la quale aveva sentito scatenarsi il disprezzo, le derisioni, le malignità di tutta Napoli.

Che cosa vi era stato nella vita della baronessa? Andrea Ludovisi non lo sapeva con precisione; sapeva che era da molti anni divisa dal marito, che si parlava di parecchi amanti, che era stata a lungo fuori di Napoli, dove il soggiorno le era divenuto, un tempo, impossibile. Di più il Ludovisi non sapeva, non voleva sapere. Una volta che, al Gran Caffè, fra una comitiva di conoscenze, il discorso era caduto su di lei, egli fu visto andar via di furia, senza salutare nessuno. L’infinita tristezza che aveva sorpreso nell’accento, nelle parole, nelle altitudini della baronessa Costanza, l’espressione di indiscutibile sincerità che ella aveva messo nel confessargli i dolori provati, il vuoto fattosi nel suo cuore, la finale inutilità della sua vita, lo avevano guadagnato alla sua causa, se non fosse già bastato l’amore. E a misura che cresceva in lui la compassione ed il rispetto per l’infelicissima donna, più gigante si faceva l’amor suo; e, per un fenomeno sincrono, più assurda diventava ai suoi occhi l’idea di confessarglielo.