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122 | ermanno raeli. |
Fuggendo la baraonda cittadina, con un bisogno di concentrazione nel movimento, Ermanno Raeli se ne andava a cavallo per la campagna, ora slanciandosi al trotto, ora proseguendo al passo secondo l’umore del suo svelto ed elegante animale o le folate dei proprii pensieri. Egli non sapeva quale via tenesse; non vedeva nulla dinanzi a sè, con lo sguardo fisso lontanamente, ad una visione gentile.... Gentile, sì, era il termine che le conveniva. Gentile era la serietà del suo spirito, gentile era l’espressione dei suoi lineamenti, gentile era in ogni suo atto, in ogni sua parola.... Così lontano da lei, con la sola sua imagine spiritualizzata dinanzi, egli si sentiva colmato d’una felicità interiore, d’un gaudio muto ed intraducibile. L’aria odorosa che respirava, il tepido sole che lo riscaldava, il verde e l’azzurro che sorridevano, tutto gli dava un profondo benessere... Da qualche tempo, restando accanto a lei, sfiorando la sua veste, respirando l’impercettibile profumo che emanava dalla sua persona, fissando il movimento delle