di apprestarne lo strumento... Ella non era stramazzata a terra, quando Ermanno l’aveva lasciata; non aveva smarrito i sensi o la ragione, non aveva gridato o pianto: era rimasta immobile, cogli occhi fissi nell’ombra saliente, con l’unica sensazione di un vuoto immenso fattosele intorno, di una solitudine sconfinata in mezzo alla quale era da quel tempo in poi condannata ad aggirarsi... finchè suo marito era sopravvenuto, a infliggerle i suoi insoffribili scherzi per quel romantico amore dell’oscurità... Ella viveva da quel giorno in uno stordimento così completo, da non trovare la forza di ribellarsi alla parte che si era richiesta da lei — che lei stessa aveva pensato di assumersi. Ella andava ora a compirla, trovando infine che non v’era nulla che non fosse giusto... Non era lei quasi una sorella di Massimiliana? Non era lei la sola amica a cui Ermanno avesse fatto la confidenza dell’amor suo? Era giusto, infine, che ella favorisse gli amori dei due giovani! che contribuisse ad affrettare la loro felicità!.. era quasi il suo dovere, se era