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226 | ermanno raeli. |
Come nutrire più nessuna lusinga, come e che cosa aspettare, se con la sua stessa presenza quell’uomo le ricordava la propria vergogna, e il dovere che aveva fin troppo trascurato di compiere?.. Ed egli aveva osato sorriderle, ed un sorriso di più sarcastica compiacenza, di compiacenza più iniqua avrebbe rivolto ad Ermanno, e le loro mani si sarebbero strette... A questo pensiero fitto, cocente, Massimiliana credeva d’impazzare. La sua complicità del silenzio le appariva più grande, imperdonabile; la confessione fatta alla contessa un calcolo ipocrito, poichè era sicura che non aveva avuto effetto; e la sua tortura si acuiva talmente, che ella affrettava coi voti il momento della soluzione, per tremenda che potesse essere...
Un calcolo, da canto suo, la contessa Rosalia aveva finito anche lei per credere la confessione dell’amica. Fino a quando i rapporti dei due giovani non si erano mutati, ella non aveva fatta un’accusa a Massimiliana di nascondere ancora il suo secreto ad Ermanno, aveva creduto che la confessione sarebbe ba-